“Denominazione di origine” con il vento in poppa!

A un anno dal lancio della nuova certificazione Catas-Cosmob il bilancio è più che positivo: sei le produzioni certificate, firmate da alcune delle più belle aziende del “made in Italy”.

Il marchio che contraddistingue la certificazione di origine italiana ha debuttato ufficialmente in una grande fiera mondiale dell’arredo, alla Orgatec di Colonia. Per la prima volta alcuni prodotti di aziende italiane sono stati presentati a un importante pubblico internazionale accompagnati dal simbolo che contraddistingue gli arredi certificati secondo la norma UNI 11674: “Mobili – Requisiti per la determinazione dell’origine italiana dei mobili”.
Un risultato di grande importanza, perché finalmente un arredo esposto in fiera certifica la propria origine, la propria “italianità” con un marchio regolato da una norma nazionale.
“È veramente un piacere constatare che i primi ad aderire allo schema di certificazione Catas-Cosmob sono stati alcuni dei marchi più importanti e blasonati del settore, una dimostrazione del valore di questa “patente” e delle grandi potenzialità che può offrire a livello internazionale”, ha aggiunto Alessio Gnaccarini, direttore del Cosmob di Pesaro. “Un valore che noi e Catas abbiamo colto immediatamente, al punto da creare una sinergia piena e profonda per dare il peso necessario a questo marchio”.

LA NORMA
L’obiettivo della norma Uni è chiaro: stabilire regole precise secondo le quali un arredo “made in Italy” possa fregiarsi di questa definizione. In estrema sintesi la norma detta che il produttore che vuole contraddistinguere un proprio tavolo, una sedia, una scrivania o una cucina con un marchio “made in Italy” che abbia un peso e un significato oggettivo debba dimostrare che tutte le fasi significative della produzione – a partire dalla realizzazione dei semilavorati fino all’assemblaggio finale – siano avvenute nel territorio italiano.

Non solo: perché un prodotto sia “ufficialmente made in Italy” non basta che sia costruito in Italia, ma deve garantire precisi livelli di qualità, di resistenza, di sicurezza, di durabilità.
Questa la vera sfida: definire un complesso schema di certificazione che permetta da un lato ai produttori di seguire un percorso preciso, che li porti all’ottenimento di qualcosa che possa trasformarsi immediatamente in un vantaggio competitivo, dall’altro garantire al consumatore finale che non si trova di fronte semplicemente a un “bel mobile” prodotto in Italia, ma a un bene che lo accompagnerà per lungo tempo, che potrà utilizzare in tutta tranquillità e che aggiungerà valore alla qualità della sua vita.